Si è insediato in mattinata il Coordinamento delle associazioni di categoria e datoriali che ha deciso di unire le proprie forze per affrontare lo stato di gravissima sofferenza imprenditoriale in cui versa il territorio, soprattutto a causa dell’incapacità delle istituzioni, in primis il Consiglio Comunale, di dare risposte chiare e immediate a imprese e commercianti palermitani. Nominata come portavoce del neonato Coordinamento, la presidente di Confcommercio Palermo, Patrizia Di Dio.
Lo scorso 14 dicembre i presidenti di 10 associazioni (Patrizia Di Dio di Confcommercio, Alessandro Albanese di Sicindustria, Mario Attinasi di Confesercenti, Giuseppe Pezzati di Confartigianato, Giuseppe La Vecchia di Cna, Giovanni Felice di Confimprese, Maurizio Pucceri di Casartigiani, Salvatore Bivona di Cidec, e Filippo Parrino di LegaCoop Sicilia occidentale, Ettore Pottino di Confagricoltura, ma si stanno già aggiungendo altre sigle) avevano scritto una lettera al presidente del Consiglio comunale, al sindaco Leoluca Orlando e ai capi gruppo di Sala delle Lapidi per denunciare la forte preoccupazione per l’inerzia di un Consiglio Comunale che non riesce a dare adeguate risposte alle imprese cittadine.
“Continua ad essere sconfortante e inaccettabile la fase di stallo dei lavori d’aula, ad esempio, rispetto all’approvazione di regolamenti che interessano diversi settori produttivi e che continuano a trovarsi senza regole certe, indispensabili anche per una adeguata programmazione”. Lo afferma Patrizia Di Dio, portavoce del coordinamento. Un appello, un richiamo alle responsabilità per far uscire dal torpore l’assemblea cittadina sempre più distante dalle necessità e dai bisogni della comunità imprenditoriale palermitana.
“Rappresentiamo 100 mila imprese e 250 mila dipendenti – spiega sempre la portavoce – questo coordinamento costituisce il tessuto produttivo cittadino e siamo costretti a registrare l’inerzia e l’assenza della politica nel dare risposte. Ad oggi, registriamo che l’unico consigliere che ha dato riscontro alla nostra richiesta di incontro è Fabrizio Ferrandelli. Abbiamo avanzato soluzioni e proposte elaborate a seguito di approfondimenti tecnici con professionisti, coinvolgendo la base associativa tenendo ben a mente le esigenze legittime delle imprese che rappresentiamo, ma più in generale guardando sempre ad uno sviluppo complessivo e sostenibile della nostra città”.
“I regolamenti per i mercati storici, per il mercato ittico, per il mercato ortofrutticolo, per i dehors, per la movida, per la pubblicità, per la soppressione dell’ex articolo 5, che riguarda la possibilità di aprire medie strutture di vendita in alcune aree commerciali della città, sono solo alcuni dei temi dibattuti, discussi, approfonditi, ma che ad oggi, nostro malgrado e sebbene il nostro atteggiamento costruttivo, non hanno trovato risposte in provvedimenti concreti”, conclude la nota a firma del coordinamento di tutte le associazioni di categoria.
Il prossimo 3 gennaio è previsto un nuovo incontro del Coordinamento nel corso del quale saranno decise le iniziative da portare avanti per definire le questioni sul tappeto.
“Diciamo basta a questo rimbalzo di responsabilità a cui stiamo assistendo tra la Rap e il Comune di Palermo e pretendiamo soluzioni per i cittadini e le imprese. Ci sono responsabilità precise sull’igiene e sulla salute pubblica, che in questo momento rischiano di essere seriamente compromesse”. Lo afferma Patrizia Di Dio, portavoce del Coordinamento delle associazioni di categoria e datoriali del territorio (Confcommercio, Sicindustria, Confesercenti, Confartigianato, Cna, Confimprese, Casartigiani, Cidec, LegaCoop Sicilia occidentale e Confagricoltura) che non appena insediatosi si sofferma anche sulla emergenza più allarmante, quella dei rifiuti, una calamità per Palermo.
“Questo stato di collasso del sistema di raccolta – aggiunge la portavoce del coordinamento delle associazioni di categoria Patrizia Di Dio – rischia di compromettere ed azzerare quell’azione di rilancio sul fronte del turismo portata avanti con manifestazioni culturali per le quali sono state investite risorse comuni e per le quali anche le attività produttive hanno dato il proprio contributo. Da questa inefficienza di un servizio pubblico – prosegue la nota del coordinamento – ne stiamo ricavando un danno di immagine che provoca un effetto negativo e dirompente sui nostri investimenti e sulle nostre aziende e sull’immagine complessiva della città. Basta con gli alibi a partire dalla Rap, dai dirigenti ai lavoratori, fino alla amministrazione comunale”.
E a dimostrazione che nessuno, incluso i cittadini incivili o le attività commerciali fuori dalle regole, debbano avere più alibi, il Coordinamento ha deciso di mettere a disposizione delle autorità le immagini dei sistemi di videosorveglianza delle attività imprenditoriali degli stessi associati affinché vengano perseguiti i comportamenti incivili, fuori dalle regole e meritevoli di sanzioni. “Siamo disponibili a collaborare con le istituzioni – spiegano dal coordinamento – e a segnalare tutti quei comportamenti che contribuiscono a dare una immagine negativa alla città. Vale pero per tutti. D’ora in avanti nessuno deve e può avere più alibi, pretendiamo le doverose soluzioni, non intendiamo più tollerare inefficienze, inettitudini, inerzia, rimbalzo di responsabilità”, conclude la nota del coordinamento di tutte le associazioni di categoria.